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Disneyland Paris: 5 motivi per andare e 5 per starne lontani

Tempo di lettura: 3 min.

Il celebre parco divertimenti europeo della Disney è una meta gettonatissima in tutte le stagioni. Vediamo se e come partire alla scoperta del regno di Topolino, Elsa e Stitch.

Le coordinate sono apparentemente semplici: Parigi (più esattamente Marne-la-Vallée), Francia. Serve altro per decidere di scoprire i due parchi – sì, sono due – della Disney in Europa?

In effetti qualche informazione in più, prima di decidere di affrontare questa spedizione alla scoperta del regno di Topolino, Elsa e Stitch, sarebbe opportuno acquisirla.

Se avete visto la prima puntata di “Italia’s Got Talent” 2023, con i giudici che vagano tra i viali deserti e le attrazioni del parco, sappiate intanto che molto ma molto difficilmente potrete trovare quella calma e quel paesaggio privo di visitatori e turisti affannati, dato che il bi-parco, che si estende su oltre 22 km quadrati, vanta oltre 15 milioni di accessi all’anno.

  • 5 motivi per andarci: prima di tutto ogni scusa è buona per prendere un aereo oppure un’automobile e visitare Parigi e le sue mille attrazioni. Ed anche se la destinazione principale del viaggio è il Parco, una giornata nella capitale francese non può mancare nel programma. Altra buona ragione per un giro di giostra a Disneyland è che se avete figli potete regalargli un’avventura che ricorderanno a lungo e di cui si vanteranno senza ritegno con i compagni di scuola. Ma se non li avete, potrete godervi le attrazioni spericolate “da adulti” a bordo di una delle attrazioni della sezione Grandi brividi oppure entrare nel mondo Marvel, passeggiando a fianco di Loki e Thor nell’Avengers Campus. Al quarto posto aggiungiamo la possibilità di indossare indumenti e accessori che normalmente non vi sarebbero concessi, come cappelli con le orecchie, camicie e pantaloni con Topolino e Pippo, peluche giganti di Stitch magneticamente attaccati alla maglietta. Ultimo ma non ultimo motivo, le parate conclusive che precedono la chiusura dei Parchi: se quella di Disneyland vi riporterà indietro alla tenera età dei fumetti e dei cartoon in tv, lo spettacolo serale degli Studios vi lancerà nel futuro, con centinaia di droni colorati e luminescenti che descrivono figure nel cielo scuro e fuochi d’artificio sparati dalla Tower of terror.
  • 5 motivi per starne lontano: specularmente alle buone ragioni per lanciarsi alla scoperta di Disneyland Paris e del Walt Disney Studios ce ne sono altrettante per non farlo. A cominciare dalla distanza e dal necessario viaggio: i biglietti aerei come abbiamo visto non sono più tanto low cost ed arrivarci in auto richiede, nel migliore dei casi, 9 ore e circa 900 km a zonzo per le autostrade europee. A proposito di low cost, altro punto dolente, l’accesso ai due parchi non è gratuito (ma questo forse lo si immaginava) ed il costo del biglietto varia in base ai periodi: se siete fortunati bastano 60 euro a testa, per ciascun parco. A cui aggiungere 25 euro di parcheggio o 20 di biglietti Rer, oltre a cifre considerevoli per souvenir ai quali non saprete resistere e pasti a cui non potrete rinunciare. Come unità di misura: 4 bottigliette d’acqua da mezzo litro vengono battute a 13 euro e 50. Una volta varcati i cancelli e superati i metal detector vi troverete in una girone fiabesco in cui – se siete stati molto accorti, non avete scelto giorni festivi o weekend – dovrete fare file piuttosto significative sia per le attrazioni che per le inevitabili foto con i pupazzoni di Olaf, Topolino, Pippo e company. File che nel periodo caldo non prevedono alcuna copertura dal sole. Copertura che invece, con il buono ed il cattivo tempo, troverete negli enormi, rifinitissimi e suadenti negozi di prodotti Disney di cui in quel momento sentirete una necessità irresistibile salvo poi accorgervi, una volta tornati a casa, di aver sensibilmente implementato il fatturato della multinazionale americana senza aver riflettuto abbastanza sulla effettiva utilità di quelle tazze, di quei peluche, di quelle magliette, di quel cappellino con le grandi orecchie.

Infine, per il capitolo “non succede ma se succede…”, la cronaca e l’esperienza mi dicono che i Parchi Disney a Parigi hanno una bizzarra e poco apprezzabile affinità con gli allarmi bomba. Succede infatti, complice la presenza della stazione dell’alta velocità e della Rer, che vengano trovati bagagli incustoditi e borse sospette. Questo comporta il blocco dello scalo ferroviario e di tutto quello che c’è intorno, compreso il parcheggio. Nel caso, mettetevi comodi ed aspettate: i soldati dell’antiterrorismo e gli artificieri non sono interessati alle vostre rimostranze e alla fretta che avete di ripartire. E non mancheranno di chiarirvelo…

 

 

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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