Nascite in picchiata e adozioni di animali in crescita: cambio culturale o placebo affettivo?
Auguri e figli maschi: non potrebbe esserci augurio più anacronistico da fare nel 2023, e la connotazione patriarcale di questa felicitazione è l’ultimo dei problemi. L’aggiornamento, forse, richiederebbe un auguri e cuccioli corgi, french bulldog, bassotti a macchie o qualsiasi razza sarà di tendenza nel futuro. Incertezze sulla prossima moda canina tante; sicure verità, due: in Italia non si fanno più figli ma si adottano cani.
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Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Presidente del Consiglio, amici del Family Day, mettetevi tutti l’anima in pace: la battaglia delle nascite è persa, la Caporetto delle mamme pancine è avvenuta da un pezzo. Hanno vinto loro, a cui manca solo la parola, i musi che fanno capolino da improbabili passeggini, che rispondono a nomi umani e vestono completini degni del feed di Casepacchiane. Ok alle volte ereditano milioni, ma non hanno ancora preso il potere, non dettano nessuna agenda politica! Giusto, tranne in Alaska però: nella ridente cittadina di McCarthy, tutti possiedono un cane e le scelte amministrative sono prese in ottica pet friendly.
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Secondo il rapporto Assalco-Zoomark 2023, il 37,7% degli italiani possiede un animale domestico, per un totale complessivo di 67 milioni di animali da compagnia. Di questi, 8,8 milioni sono cani. Un dato in fortissima ascesa, che ha visto registrare un picco importante durante la pandemia: ricordate il numero spropositato di passeggiate giornaliere, al solo scopo di evadere dalle mura domestiche?
Al contrario, il report Istat sulla natalità del 2022 riporta l’ennesimo calo delle nascite: 393 mila, l’1,7% in meno rispetto all’anno precedente. I motivi? Purtroppo sempre gli stessi: pochi servizi e sostegni alle famiglie, condizioni economiche non proprio da Boom, pressioni sociali che ritardano una gravidanza per chi ne vorrebbe una, che schiaccia chi neanche ci pensa. Se si è alla soglia dei 30 anni poi, sembra che il mondo non parli d’altro che di pannolini, coliche e tiralatte.
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Fenomeni direttamente collegati? Forse, e già questa ipotesi è sufficiente per innescare un dibattito tra parti, per loro natura già molto accese. Per i difensori della culla (possibilmente sempre piena) è una tendenza inaccettabile, figlia di una sorta di transfert per cui il bisogno di affettività fa, diciamo, un salto di specie. Inoltre, questo porterebbe, a lungo termine, a un’erosione ulteriore della piramide demografica.
Per gli ultraortodossi del mondo pet, invece, un cane è meno impegnativo e costoso di un figlio; inoltre dà maggiori soddisfazioni rispetto a un cucciolo di uomo. Molto opinabile il secondo punto, discutibili i primi due.
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È vero: l’investimento per mantenere il proprio pargolo, dalla scuola calcio fino alla Bocconi, sarà sicuramente più alto di decenni di crocchette e collari anti-pappataci. Avere un animale da compagnia, però, non è proprio un affare economico. Oltre a cibo e veterinari, tassati al 22% come beni di lusso, i servizi a quattro zampe si stanno allargando a ogni aspetto della loro vita:
- Assicurazioni: RC cane e gatto, compresa di tutela legale (esistono, come per le auto, simulatori di polizze online)
- Pet sitting (strano il mondo: si paga qualcuno che tenga compagnia agli animali da compagnia)
- Fotografi specializzati in shooting
- Asili e centri benessere
- Agenzie funebri
Meno impegnativo? Cercare un hotel, un volo, un ristorante dove siano ammessi gli amici a quattro zampe è sì più semplice di qualche anno fa, non così immediato. Democratico è però il trattamento di entrambi, bambini e cani, in questi posti: interiormente mal sopportati, esteriormente apprezzati e accompagnati da sorrisi forzati, ad ogni loro rumore.
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È innegabile che sia in atto un cambio culturale e di sensibilità nel rapporto con gli animali, finalmente trattati come esseri viventi e non come oggetti. Persino la Costituzione, all’articolo 9, ha accolto gli animali e la loro tutela. Siamo altresì di fronte a un rapporto affettivo-morboso con i nostri animali da compagnia: un aspetto le cui cause andrebbero sicuramente indagate.
Forse è una questione di comodità: nessuna fase dei perché, momenti di ribellione adolescenziale o verità taglienti che minano le certezze e scoperchiano le insicurezze genitoriali. Solo amore incondizionato e una cieca obbedienza che, in modo inquietante, ci solletica le fantasie.
Ci piace vincere facile: forse i bipedi stanno diventando intolleranti ai propri simili, anche se incontrati in area cani.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios