Dal 9 al 13 maggio, Torino diventa la capitale del libro, attrazione per le creature fantastiche della filiera dell’editoria
L’editoria è un mondo fantastico, dove regole d’ingaggio e relazioni tra parti meritano un trattato di etologia specifico. Se si dovesse girare un documentario, il Salone del Libro di Torino sarebbe la location ideale: quali specie di homo aeditorialis si aggirano al Salone del libro? Come si comportano?
L’editore ottuagenario
Fisionomicamente un’improbabile chimera tra il viso magro di Corrado Augias e il lungo capello bianco di Vittorio Feltri. Gestisce una casa editrice indipendente da oltre 40 anni, specializzata in quella saggistica che fa subito tipo se ce l’hai in libreria. Ha flirtato con la politica negli anni Novanta (per galanteria non ti dirà mai il colore del suo amore partitico), passa il tempo allo stand con i suoi compagni sessantottini, commentando l’edizione del giorno del Corriere e lamentandosi di come era meglio il Salone l’anno precedente. Outfit: giacca rigorosamente di velluto con toppe sui gomiti, sciarpa rossa nonostante gli straordinari 30 gradi torinesi e delle inaccostabili Saucony beige ai piedi.
Il lettore alternativo
Mullet tattico, giacca oversize, jeans baggy e Superga bianco sporco; tutto rigorosamente vintage. Immancabile la shopper di tela Sta rottura de cojoni dei fascisti: è il potenziale acquirente dell’editore ottuagenario. Davanti a uno spritz con gli amici, per lui il Salone è troppo mainstream, meglio gli eventi del Salone Off, la serie di presentazioni torinesi che anticipano il SalTo. Ha ceduto però, solo per un giorno, al fascino del proibito per un autografo di Zerocalcare, suo unico roman empire. La descrizione dell’acquisto ideale è stata fatta già in Tre uomini e una gamba: “Mattone polacco minimalista di scrittore morto suicida giovanissimo, copie vendute: 2”.
Visualizza questo post su Instagram
Lo stratega paziente
Per lui il Salone è come una campagna napoleonica: per vie traverse ottiene una copia della mappa in anteprima, studia il programma per ottimizzare i tempi e per arrivare primo ad ogni conferenza. Sarà latitante per amici e famiglia dal 9 al 13 maggio ma, dotato per cinque giorni del dono dell’ubiquità, potrai trovarlo ad ogni coda e firmacopie. Come riconoscerlo? Pass orgogliosamente al collo, trolley per gli acquisti e zaino da sherpa con tutto il necessario, memore dell’antico detto scout, “non esiste buono o cattivo tempo ma buono o cattivo equipaggiamento”. Leggenda narra che porti con sé un sacco a pelo, nel caso servisse accamparsi per più di un giorno per sentire la conferenza di Alessandro Barbero.
L’ufficio stampa
Macina chilometri tra i cinque padiglioni per stringere mani, vedere gente, rilasciare interviste. La deontologia professionale non permette di indossare nulla di diverso che non sia una camicia, rigorosamente con le maniche arrotolate, o un vestito leggero svolazzante. Airpods come estensione naturale delle orecchie e telefono che squilla continuamente completano il tutto: non vede l’ora che la fiera finisca.
Visualizza questo post su Instagram
L’ufficiale in mare aperto
Arruolato in Marina, ha finito l’accademia da poco ma ha già perso la bussola. Da bravo soldato non abbandona mai la posizione, anche se vorrebbe tanto andare a sentire Gianni Morandi in dialogo con Luciana Littizzetto: si guarda intorno spaesato, ogni tanto si aggiusta la divisa. Gli stand delle forze armate sono il vero Fuori (contesto) Salone: che c’azzeccano con i libri è il mistero di ogni edizione.
Tu quale hai avvistato?
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios