Non succede, ma se succede è meglio avere un piano B e le idee chiare su come reagire.
Siamo tutti viaggiatori attenti e scrupolosi e nessun malintenzionato riuscirebbe mai a sottrarci documenti, soldi e portafoglio. Alcuni lo pensano davvero, altri si dimenticano di ricordare quante insidie ci sono là fuori. E così succede, può succedere, che un viaggio sia messo in crisi – se non proprio rovinato – da un banale furto. Un borseggio con destrezza, non certo una rapina a mano armata, per la quale ci sono ben altre indicazioni da seguire.
Vediamo quindi cosa bisogna fare dopo, ma anche prima, che a qualcuno venga voglia di metterci le mani in tasca e di alleggerirci la giacca o la borsa dal peso di contanti, patente, carta d’identità, tessera sanitaria e molti altre tasselli della nostra vita quotidiana. Ci viene in aiuto un evento sgradevole occorso, diciamo, a mio cugino. Che mentre mangiava tranquillo un panino in un centro commerciale di una grande capitale europea è stato controvoglia alleggerito di quanto teneva in tasca.
Appena scoperto il misfatto si resta un attimo attoniti, nel temporaneo limbo che separa la sorpresa dall’incazzatura e poi rischia di traghettare direttamente verso la disperazione. Senza soffermarci troppo sulle riflessioni filosofiche, veniamo al dunque: cosa fare dopo il furto con destrezza? Intanto, sperando che anche il telefono non faccia parte del bottino, accedere subito all’home banking per bloccare o anche solo sospendere carte di credito e bancomat. In questo modo il borseggiatore si troverà con pezzi di plastica inutilizzabili e magari li getterà in un cestino non troppo lontano dal luogo del misfatto. Magari verranno pure ritrovati. Ma su questo non facciamoci troppe illusioni.
Dopo il blocco delle carte, e qualche espressione colorita che è meglio non rilanciare troppo ad alta voce, è il momento di reagire all’evento nefasto. Intanto, come è successo a mio cugino, scoprirete che probabilmente la “sicurezza” del centro commerciale è del tutto inutile: non possono guardare i filmati delle telecamere di sorveglianza per capire se e dove è stato gettato il portafoglio, non possono chiamare loro la polizia (guai!) e ti sanno solo dire di andare al punto informazioni per compilare un modulo, come se volessi sottoscrivere una qualsiasi carta fedeltà.
Vi verrà anche spiegato che le forze dell’ordine non intervengono, tanto meno se gli arriva una telefonata in una lingua diversa da quella del paese dove vi trovate, ad esempio la Spagna. Bisognerà quindi scoprire dove si trova il commissariato più vicino e trovare il modo di arrivarci per fare un’oretta di fila, nel migliore dei casi, descrivere l’accaduto al militare di turno usando il traduttore di Google e firmare una denuncia in una lingua a voi sconosciuta sperando che non si tratti invece della confessione di un crudele reato di cui non trovavano il responsabile.
Perfetto. Ora avete in mano un foglio incomprensibile e le tasche sempre vuote. Ammesso e non concesso che abbiate dei compagni di viaggio e che quindi possiate proseguire la vacanza grazie al loro supporto, economico e morale, bisogna comunque procurarsi dei documenti di emergenza, per poter circolare ed anche riprendere l’aereo, la nave, il treno o la carrozza a cavalli che avete prenotato per tornare a casa.
Si chiama Documento provvisorio di viaggio (o E.T.D. – Emergency Travel Documeny) ed è appunto una attestazione di identità che sostituisce la carta rubata fino al vostro rientro nel Comune di residenza. Per avere l’Etd bisogna recarsi al Consolato. Attenzione, non all’Ambasciata, dove una voce dall’altro capo del citofono vi spiegherà con sufficienza che quella è una sede diplomatica, mica un ufficio di sostegno per “scappati di casa”. A quel punto vi diranno dove si trova il Consolato ed anche gli orari di apertura. Stando all’esperienza di mio cugino, verificate indirizzo e orari, se non volete perdere un’altra mezza giornata in giro per uffici e palazzi. Ah, un dettaglio importante quanto non positivo. I consolati non si trovano mica in tutte le città. Eh, no. Per esempio, in Spagna, ci sono consolati a Madrid e Barcellona. Questo significa che se vi derubano a Santiago de Compostela dove andare di persona a Madrid per avere l’Etd: circa 600 chilometri a sud est (oppure vi affidate al buon cuore di un vice console onorario, prenotando prima un appuntamento via email…).
Se, come è successo a mio cugino, arriverete al Consolato e lo troverete chiuso, una sorta di usciere vi darà tutte le indicazioni in una lingua mista tra lo spagnolo e il sorrentino, spiegandovi prima che dovete andare a Barcellona, poi che non c’è fretta di fare il documento provvisorio, infine, dopo la vostra comprensibile insistenza, di tornare l’indomani con la denuncia del furto e, molto importante, due foto tessere. Ora, siccome non vi trovate esattamente nel vostro quartiere e la vostra lucidità vacilla, probabilmente trovare un posto per fare le foto non sarà la cosa più semplice del mondo.
Niente paura. Perché quello che lo zelante addetto consolare si è dimenticato di dirvi è che, appena dietro il cancello del Consolato, c’è la macchinetta per le foto tessera. Un dettaglio che apprezzerete appieno solo il giorno seguente, quando peraltro scoprire quanta Italia c’è nel Consolato italiano.
Indicazioni vaghe, file autogestite, sportelli da approcciare autonomamente se non si vuole restare ore ad aspettare. Alla fine, però, se avete una copia della denuncia, le due foto di cui sopra e magari anche una fotocopia del documento rubato, otterrete l’Etd: bello, colorato e mai visto prima. Sarà cura del personale consolare spigarvi più volte, anche mentre compilate i necessari moduli, che con il documento provvisorio si può solo lasciare il paese e rientrare in patria, nessuna deviazione è concessa. Se avevate in programma di accedere ad uno Stato europeo confinante, la Francia o il Portogallo, diciamo, questo non è possibile.
Ovviamente, come mio cugino, resterete molto interdetti, soprattutto se quei paesi erano parte integrante del vostro viaggio e lì avete già prenotato qualche albergo. Sarete però piacevolmente sorpresi nello scoprire che nell’Etd non è riportato in nessun modo il divieto di accedere ad altri Stati, anche perché la sua intestazione è Unione Europea, dando quindi ad intendere che si tratta di un documento comunitario, non italiano o spagnolo.
Altra sorpresa riguarderà la patente: se chiede al Consolato come fare loro vi spiegano con gentilezza che si tratta di un documento emesso da un altro ministero, non da quello degli Esteri ma da quello dei Trasporti e che quindi loro non possono fare nulla. Non ne niente, come se voi foste le prime persone nella storia repubblicana ad essere derubate ed a dover comunque guidare un’auto. Vi suggeriranno di andare voi alla polizia, a chiedere.
Ed a nulla varranno le vostre eccezioni sul fatto che si tratterebbe praticamente di costituirsi, viste le incomprensioni linguistiche e l’assenza di qualunque assistenza consolare. Inutile insistere il Consolato italiano non ha mai dovuto affrontare una simile situazione. Al Consolato, infine, nessuno vi chiederà se siete in condizioni di mantenervi, di mettere benzina, di mangiare o se avete un posto per dormire. Non gli interessa o non è di loro competenza, comunque non se ne occuperanno.
Mentre varcate in uscita il cancello del giardinetto consolare avrete un momento di buonumore pensando a quanta Italia ci sia dentro quella rappresentanza semi-diplomatica. E quanto sarebbe bello se, in un mondo fantastico, il Consolato potesse accedere alle vostre impronte digitali, che avete donato quando avete fatto passaporto e carta di identità, per accertarsi senza alcun dubbio delle vostre generalità e rilasciarvi così di slancio tutti i documenti necessari, come risultano dagli archivi della nostra pubblica amministrazione… Sì, proprio un pensiero spassoso.
Sia come sia, ora avete il vostro documento provvisorio, la denuncia del furto per ogni evenienza e siete pronti a ricominciare il viaggio. Facendo molta più attenzione a dove appoggiate la giacca, la borsa, lo zaino e tutto il resto. E magari, prima di partire per la prossima “zingarata”, provvederete a caricare sul Cloud la foto della carta di identità, della patente, della tessera sanitaria e di tutto ciò di rilevante che portate normalmente con voi.
Magari attiverete pure una prepagata, da tenere in un luogo “sicuro” – ammesso che esista – e da utilizzare in caso di emergenza dopo aver sospeso o bloccato le carte rubate. Magari.
Illustrazione by Gloria Dozio – Acrimònia Studios
Foto di Marco Squadroni