La storia tra Ilary Blasi e Francesco Totti è quella di due persone che vivono la loro gioventù da “vecchi” e nella maturità si scoprono ragazzi
L’intervista rilasciata da Francesco Totti ad Aldo Cazzullo, “Corriere della Sera”, fa impressione per due motivi: il primo riguarda lo stupore che il più importante quotidiano nazionale si occupi di una questione gossippara che tratta di corna. La seconda, come afferma Roberto D’Agostino, che fu il primo a svelare la crisi tra i due giovani è la “tristezza che trasuda da ogni riga dell’intervista”.
Per un momento riavvolgiamo il nastro per tornare agli inizi di quella che per tutti era una fiaba. Lui calciatore romano affermato e idolatrato a Roma, lei bella e simpatica, come sanno esserlo le romane veraci, destinata a diventare una prima donna della televisione. Due ragazzi attorno ai vent’anni o poco più dai quali ti aspetti, vista l’indubbia agiatezza, che conducano una vita glamour fatta di mondanità, viaggi esotici, feste sfavillanti, qualche concessione alla trasgressione. C’è chi con molto meno e senza particolari doti sfoggia di continuo il proprio benessere o, peggio ancora, chi è dotato di un cospicuo portafoglio e ha l’arroganza di sentirsi superiore a chi ha meno. Delirio da social al quale, per buona educazione ricevuta, i due ragazzi sono rimasti impermeabili.
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Due giovani seri che lavorano sodo, ognuno nel suo ambito e che si ritrovano la sera in casa, a volte con pochi amici, per giocare a carte o guardare la televisione in pantofole; cosa ancor più accresciuta con la nascita dei figli, ai quali dedicano la maggior parte del loro tempo disponibile.
Una vita casalinga che con l’andar del tempo suscita gran simpatia perché condita da battutine e teneri sfottò, tanto da ricordare “Casa Vianello”. E proprio un progetto simile stava nascendo per la televisione a seguito di alcuni spot pubblicitari, dove era palese la complicità a distanza tra i due. La coppia sta per farsi “Ditta”.
E’ alla vigilia di questo progetto che il sito Dagospia lancia “la bomba” della crisi del matrimonio; seguono le smentite, per fino in televisione, alle quali susseguono foto e articoli dei giornali e dei siti che si occupano di gossip. Il tema delle corna appassiona più delle saghe reali, ci si divide tra i due come nemmeno in cronaca nera tra innocentisti e colpevolisti; il voyeurismo si fa libidine tanto da rendere “pornografica” una vicenda comunque triste e che ha tre bambini sullo sfondo.
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D’altronde, si sa, che la maggior parte dei direttori di queste testate sono delle “stelle pazze” che dal torbido traggono il maggior profitto. E vanno pure in televisione per vantarsene!
Dopo qualche mese i due ragazzi annunciano, con due comunicati disgiunti, la separazione e il conseguente divorzio. Alla volgarità della stampa di settore si aggiunge quella degli avvocati, che come sempre badano solo agli interessi del rispettivo cliente a discapito del bene della coppia e di conseguenza dei figli. Più alta è la posta economica in gioco più si alza il livello dello scontro, ogni “colpo basso” diventa lecito, qualsiasi strategia mediatica viene regolata dai rispettivi uffici legali. Nel tempo dei social un divorzio tra Vip si tramuta in “War Game”, dove le rispettive truppe cammellate sparano qualsiasi porcheria, utile per infangare il nemico.
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L’intervista al Capitano mette a nudo le sue fragilità una volta smesso di stare sul campo, si è ritrovato senza ruolo nella vita quotidiana che coincideva col momento in cui la moglie consacrava il suo ruolo nel mondo dello spettacolo; con molta onestà intellettuale riconosce che le responsabilità vanno suddivise e appare chiaro che è stata una questione di aspettative tradite dovute soprattutto all’incomunicabilità. Digerire Michelangelo Antonioni è faticoso per chiunque e rifugiarsi in terze persone è solo un palliativo per sfuggire alla depressione. Poi subentra la tipica rabbia adolescenziale per il primo amore perduto, ci si rinfaccia qualsiasi cosa, dagli orologi alle borsette, perché il dolore per un ragazzo è difficile da controllare.
Ed è in questa linea adolescenziale che arriva la fredda risposta di Ilary che minaccia “50 rivelazioni sconvolgenti”, come ripicca stizzita all’intervista.
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Se sarà un tribunale a decretare il Game Over a questa storia dipenderà dal lavoro dei rispettivi legali più che dalla reale volontà dei protagonisti.
“Ci sono amori che non accadono mai” è il titolo del bel libro di Valerio Cappelli, ma questo è accaduto, eccome se è accaduto e visto che nell’immaginario collettivo siamo stati dentro una fiaba, perché non coltivare il pensiero che in un domani, smaltite tutte le tossine e metabolizzato qualsiasi dolore, i due ragazzi non possano ritrovarsi?
Altrimenti a che servono le favole!