L’intelligenza artificiale nelle scuole: una rivoluzione silente tra sfide e opportunità
L’intelligenza artificiale, con la sua aura avvolgente di mistero e innovazione, sta lentamente ma inesorabilmente permeando il tessuto dell’istruzione. Quindi, come ogni rivoluzione, porta con sé promesse e pericoli, sogni e incubi.
Da un lato, l’AI promette di personalizzare l’apprendimento, di creare percorsi su misura per ogni studente, di monitorare le prestazioni e di intervenire dove c’è bisogno.
Immagina un mondo in cui ogni studente ha un tutor virtuale, sempre presente, che conosce le sue debolezze e i suoi punti di forza. Un mondo in cui l’apprendimento non è più una taglia unica per tutti, ma un abito su misura, cucito intorno alle esigenze di ogni singolo individuo.
Ma non è tutto rose e fiori.
Gli studenti, sempre più abili nell’uso delle tecnologie, stanno iniziando a utilizzare strumenti come Chat OpenAI o Bard per completare i loro compiti. Per esempio, un saggio scritto da un’IA può essere indistinguibile da uno scritto da un essere umano. E mentre alcuni vedono in questo un’opportunità, altri temono che stiamo perdendo qualcosa di fondamentale: il processo di apprendimento stesso.
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George Veletsianos, un ricercatore nel campo della tecnologia e dell’apprendimento, sottolinea che i testi generati da sistemi come l’API di OpenAI sono tecnicamente prodotti originali. Questo significa che i software anti-plagio non possono rilevarli. Ma ciò solleva una domanda cruciale: stiamo formando studenti o semplici consumatori di contenuti?
E poi c’è la questione etica. L’AI potrebbe essere utilizzata in modo discriminatorio, favorendo gli studenti con un background socio-economico più alto. E che dire della protezione dei dati degli studenti? In un’epoca in cui la privacy è sempre più sotto assedio, come possiamo garantire che i dati sensibili dei nostri ragazzi siano al sicuro?
Ma forse la domanda più grande di tutte è questa: cosa significa tutto ciò per il futuro dell’istruzione? La scuola, come la conosciamo, è pronta per questa rivoluzione? O siamo destinati a navigare a vista, cercando di tenere il passo con una tecnologia che si evolve più velocemente di quanto possiamo comprendere?
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Così come l’invenzione della calcolatrice ha fatto sì che le persone non sapessero più fare calcoli a mente, ma ha lasciato spazio per ragionamenti matematici più complessi, secondo noi l’AI, se usata bene, può essere un valido strumento.
Anche se si rischia di perdere il “modo” in cui si arriva ad un prodotto, il pensiero di base sarà quello umano. Sarà quindi più utile e necessario formarsi in “come” comunicare all’AI il concetto creativo che si vuole esprimere, piuttosto che esprimerlo in modo diretto.
Questo ci permetterà di avere più tempo ed energie mentali per sviluppare ancora più concetti, arricchendo ulteriormente il panorama dell’innovazione e della creatività.
Anche in questo campo, l’AI ha il potenziale per effettuare trasformazioni radicali. Ma come ogni potente strumento, deve essere utilizzato con saggezza e discernimento. La sfida per educatori, studenti e genitori sarà quella di navigare in queste acque turbolente, cercando di trarre il meglio dall’AI senza perdere di vista ciò che è veramente importante: l’apprendimento autentico e significativo.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios