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Stop fuga dei cervelli

Come evitare la fuga dei cervelli

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L'invecchiamento della popolazione non significa solo che si vive più a lungo ma anche carenza di giovani. Ci sono poche nascite oppure i cervelli più brillanti fuggono all’estero?

Per ogni giovane che arriva in Italia dai paesi più avanzati, otto italiani vanno all’estero. Dal 2011 al 2023, circa 550mila giovani tra i 18 e 34 anni sono emigrati. I numeri della Fondazione Nord Est fotografano una delle più forti debolezze del Bel Paese, che rischiano di allontanare dalla patria i migliori esemplari di Gen Z e Millennial.

Esisterebbe infatti un circuito europeo nei movimenti dei giovani: l’Italia non rientra tra i paesi attrattivi quanto piuttosto nel bacino che alimenta la fuoriuscita dei giovani, mentre la Spagna per esempio, esercita un forte richiamo.

La famosa fuga dei cervelli, intesa come emigrazione delle menti più brillanti verso mete più attrattive, si concretizza così, con ragazzi e giovani di varia caratura che dopo aver calcato aule e assecondato professori, scelgono di prendere un treno, un aereo o un traghetto per cercare fortuna, ma soprattutto riconoscimenti, in terra straniera.

La chiamano glaciazione demografica e descrive l’invecchiamento della popolazione italiana con una età media cresciuta da 43 a 46 anni. Fino al 2014 la popolazione italiana ha continuato a crescere grazie a un saldo migratorio con l’estero sufficientemente positivo e che ha  assicurato l’apporto di giovani e di lavoratori utili e necessari al sistema economico produttivo, non facendo così emergere nel dibattito pubblico l’emergenza che si sarebbe presto delineata all’orizzonte.

Fuga dei cervelli

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@torcha Più di un giovane italiano su tre (35%) desidera lasciare l'Italia per cercare migliori opportunità lavorative e stipendi più alti e l'85% dei giovani è disposto a trasferirsi lontano da casa pur di trovare un lavoro più gratificante. La fuga dei cervelli è principalmente dovuta a una questione di salario. Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) riporta che tra il 2012 e il 2021 circa 337.000 giovani tra i 25 e i 34 anni hanno lasciato il Paese, di cui oltre 120.000 laureati (36%). Nello stesso periodo, 94.000 coetanei sono rientrati in Italia, inclusi 41.000 laureati, con un saldo negativo di 79.000 giovani laureati in dieci anni. I laureati magistrali che si trasferiscono all'estero guadagnano, a un anno dalla laurea, 1.963 euro netti al mese, il 41,8% in più rispetto ai 1.384 euro che percepirebbero in Italia. E questa differenza è destinata ad aumentare sempre più nei prossimi anni. #attualità #giovani #fuga #stipendio #torchatok #torcha ♬ suono originale - Torcha

Per evitare che queste risorse nazionali lascino le patrie sponde servono accortezze e risposte, che per ora non sembrano in cima all’agenda politica ma che Fondazione Cariverona e Upskill 4.0 hanno messo nero su bianco nella ricerca FuturoQUI.

Si parte dal lavoro, quel dettaglio che permette di concedersi uno stile di vita sostenibile e accettabile, al netto di affitti folli e costi feroci per riscaldarsi ed usare il microonde. Se nei radiosi anni ’70 il lavoro era al primo posto e forniva soddisfazioni sufficienti in sé, ora servono anche uno stipendio capace di garantire una certa qualità della vita e l’accessibilità ad una platea di servizi forse non primari ma ormai essenziali.

L’antico adagio sull’importanza della salute deve essere riconsiderato ed ampliato, soprattutto in direzione del benessere mentale. Dato che chi ha vissuto da vicino le restrizioni e le sofferenze del covid ora reclama un autentico diritto al benessere, senza timore di esporre debolezze fisiche o psicologiche. E a proposito di psiche, ecco che la cultura non è più soltanto vista come eventi, mostre e spettacoli da osservare come spettatori ma un momento per entrare in relazione con altri e per esprimere se stessi all’interno di festival, competizioni sportive ed iniziative in grado di migliorare la vita di una comunità.

Ma perché città come Stoccolma, Parigi, Copenaghen, Helsinki, Madrid e Lisbona riescono ad attirare, pur non essendo più in servizio il pifferaio magico, così tanti giovani facendogli lasciare spaghetti, pizza, sole, mare e mamma per climi e cibi talvolta decisamente meno favorevoli?

Cinque sarebbero le potenzialità che queste capitali riescono ad esprimere al meglio: sviluppo e benessere economico, capacità di ospitare imprese innovative, orientamento produttivo verso servizi ad alto valore aggiunto, capacità di trattenere i talenti e qualità istituzionale, partecipazione alle dinamiche internazionali di produzione della conoscenza e facilità di connessione da un punto di vista fisico.

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
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