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Vacanze in campeggio

Cinque cose da sapere sul campeggio (prima di prenotare)

Tempo di lettura: 3 min.

Mentre si contano i giorni per l’arrivo della primavera, la mente già inizia a vagare e divagare verso l’estate. Stagione di vacanze, viaggi e nuove esperienze. Come il campeggio

Toglietevi dalla mente le scene dei film di Fantozzi in cui il campeggio si rivela una terribile esperienza di dolore e patimenti. Il camping 4.0 non prevede un sacrificio al limite della devozione e può essere un’esperienza innovativa, piacevole ed anche avventurosa al punto giusto. Tutto questo a patto che la persona o la comitiva che si appresta ad organizzare la vacanza all’aria aperta sia pronta e preparata, per evitare di trovarsi poi vittime degli stereotipi o di temibili e affamate formiche rosse.

Vacanze in campeggio

Ecco allora cinque banali verità, nel bene e nel male, di cui è opportuno essere informati prima di coinvolgere partner, amici o fidanzati in una vacanza in campeggio.

  1. Campeggiare, ormai da qualche decennio, non significa più trascinare in auto e poi in giro per il camping, enormi tende pesantissime, sostenute da paletti d’acciaio da lanciare a terra prima possibile provocando rumori preoccupanti. Le innovazioni degli ultimi anni ci hanno consegnato strutture resistenti ma leggere, facili da montare e da richiudere (dettaglio non secondario), resistenti all’acqua e al sole. Non sarà quindi necessario avere un carrello rinforzato per trasportare tutto l’occorrente per trascorrere qualche notte sotto le stelle.
  2. Anche se potrebbe sembrare contraddittorio, tenete presente che servirà molto spazio per trasportare tutto il necessario per trascorrere qualche notte sotto le stelle. Facile infatti fare i fenomeni prima di partire, affermando con convinzione che sarete in grado di dormire sul duro suolo, senza bisogno di brandine, materassini, cuscini o comfort del genere. Più complesso sarà dimostrarsi altrettanto virtuosi e resilienti quando vi troverete a tentare di riposare su un terreno sassoso e indurito dal passaggio di migliaia di altri campeggiatori, con sassi ed escrescenze che, misteriosamente, si manifesteranno solo nel pieno della notte, facendovi rimpiangere l’insensato ottimismo della pre-partenza.
  3. Non tutti i campeggi sono uguali. Sembra superfluo dirlo, ma per le Dolomiti, anche in estate, servirà una attrezzatura diversa da quella necessaria per il Salento. E viceversa. Sarà quindi opportuno dedicare qualche minuto dei preparativi a studiare commenti e recensioni, per cogliere dettagli rilevanti come la presenza (o l’assenza) di ombra, il tipo di suolo (sabbioso, sassoso, lunare), la dotazione di servizi, il livello dei prezzi del market interno (fidatevi, finirete lì dentro più spesso di quanto pensate). Senza dimenticare la morfologia del terreno: non è roba da geologi ma vi dirà se la pendenza delle piazzole richiede dei chiodi da ferrata o se invece potrete godervi comodi spazi pianeggianti e magari erbosi.
  4. Non tutte le tende sono uguali. E ve ne accorgerete quando sarà troppo tardi. Celebri marchi di attrezzature outdoor propongono ormai soluzioni per il campeggio che sembrano davvero “per tutte le tasche”. Strano a dirsi, ma non è proprio così. La qualità e la resilienza della vostra tenda si riveleranno nella loro vera essenza, come i veri amici, solo nel momento del bisogno. E quel momento non lo sceglierete voi. Quindi, se siete nati con la camicia e la vostra vacanza sarà all’insegna di temperature miti, minima escursione termica giorno-notte e zero precipitazioni, tutto ok. Diversamente potreste trovarsi a scoprire che la tenda in questione non regge l’acqua piovana così bene come c’era scritto sulle istruzioni. Oppure che, dopo 3 ore di esposizione al pieno solo estivo, la struttura in questione si trasforma in un forno a microonde nel quale sarà possibile rimettere piede solo a notte inoltrata.
  5. Il Glamping NON è campeggio. No, il camping glamour non è socialmente accettabile, almeno per gli amanti delle vacanze open air. Perché si tratta in realtà di un residence, solitamente con il costo di un residence, in cui invece di dormire in una struttura in muratura o in un bungalow venite sistemati in una tenda enorme, già montata e con qualche mobile dentro. Un ibrido pensato forse per rompere il ghiaccio, per riuscire a far apprezzare l’atmosfera del campeggio anche a chi è abituato agli hotel o al massimo agli appartamenti in affitto. Ma non chiamatelo campeggio!
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
2560 1440 Marco Squadroni
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