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Inghilterra post-Brexit

Cinque cose da sapere prima di andare in vacanza in Inghilterra

Tempo di lettura: 3 min.

Cosa appuntarsi prima di raggiungere l’Inghilterra post-Brexit

Sono ormai trascorsi cinque anni da quando, con una decisione controversa e dibattuta, il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Unione Europea, scegliendo di isolarsi all’interno delle sue coste. La Brexit ha avuto molte conseguenze ma quella che al momento ci interessa di più riguarda le nuove disposizioni a cui turisti e viaggiatori devono attenersi se vogliono sbarcare dal traghetto, dal treno o dall’aereo e calpestare il sacro suolo britannico.

Ecco allora cinque piccole e grandi cose da tenere a mente ben prima di iniziare a preparare le valigie e di cominciare a scegliere l’abbigliamento migliore per il vostro prossimo soggiorno tra Londra e Leeds.

In Inghilterra piove sempre e fa freddo

Ovviamente non è vero e non dipende dalla Brexit, ma prima di iniziare a spulciare l’armadio alla ricerca dei capi giusti da portare con voi è bene dare uno sguardo al meteo previsto per la zona in cui avete deciso di trascorrere le vostre giornate inglesi. L’ombrello, per quanto decisamente British, risulta ingombrante e scomodo. Meglio quindi prediligere un bell’impermeabile, che risulta più utile anche durante il viaggio.

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Non basta più la carta d’identità

Il ministero degli Esteri ci chiarisce che “l’ingresso nel Regno Unito è consentito unicamente con il passaporto, con validità residua per almeno tutto il periodo di permanenza nel Paese. Il passaporto collettivo non è accettato. Le carte d’identità UE, rilasciate anche dall’Italia, sono utilizzabili solo dai cittadini UE in possesso di settled status o pre-settles status. Quindi, controllate nei cassetti e verificate esistenza e validità del vostro passaporto, con un ragionevole anticipo.

Non basta più il passaporto

L’ultima novità, fresca di 2025, è la Electronic Travel Authorisation (Eta). Il Consolato italiano a Londra ci spiega che dal 2 aprile è necessaria questa “autorizzazione elettronica a viaggiare verso il  Regno Unito. Per i viaggi di breve durata è quindi obbligatorio, per i cittadini italiani così come per tutti i cittadini UE, munirsi di Eta prima della partenza. Devono richiederla tutti i non residenti, compresi i bambini. L’Eta consente viaggi multipli nel Regno Unito per soggiorni fino ad un massimo di sei mesi alla volta, nell’arco di due anni o fino alla scadenza del passaporto del titolare, a seconda di quale di questi eventi si verifichi prima. I visitatori devono infatti viaggiare con lo stesso passaporto utilizzato al momento della richiesta dell’Eta. L’autorizzazione può essere richiesta esclusivamente online, tramite l’apposita applicazione UK ETA o sul sito web. E’ fortemente sconsigliato affidarsi ad agenzie o associazioni non governative presenti sul web, che potrebbero applicare costi aggiuntivi o fornire informazioni errate. Alcune agenzie e siti non ufficiali applicano tariffe fino a 100 sterline per la stessa procedura. L’Eta al momento costa 10 sterline, ma è già stato anticipato che in futuro verrà innalzata a 16.

Inghilterra post-Brexit

A Londra non accettano più gli Euro

Pare proprio di no. Nemmeno se insistete con il vostro perfetto inglese da baronetti di Oxford. Meglio dunque atterrare, attraccare, sbarcare già muniti di sterline o di una carta di credito abilitata e piuttosto capace, giacché i turisti di ritorno sostengono che i prezzi inglesi siano discretamente alti. Ad esempio, il biglietto per la mega ruota meglio nota come London Eye – che nel 2025 festeggia i suoi primi 25 anni – costa 33 sterline, circa 39 euro a persona. Il museo delle cere Madame Tussauds altri 39 euro. In compenso il British Museum è gratuito, anche se il biglietto va comunque prenotato in anticipo.

Niente norcineria o taglieri da asporto

Un duro colpo ai raffinati palati dei turisti italiani arriva dalle recentissime misure contro la diffusione dell’afta epizootica tra il bestiame britannico. È stato infatti introdotto il divieto assoluto di importazione di salumi e formaggi in Gran Bretagna. Divieto che si applica, dal 12 aprile, a qualsiasi prodotto a base di carni ovine, bovine e suine, prodotti caseari e carne fresca, a prescindere dal confezionamento o se siano stati comprati al duty free: anche un panino è considerato fuori legge. Il nostro Consolato a Londra ci tiene a ricordare che “chiunque venga trovato in possesso di tali alimenti dovrà consegnarli alla frontiera, pena il sequestro e l’immediata distruzione. Nei casi più gravi, in Inghilterra, sono previste multe fino a 5mila sterline”. Al cambio attuale, quasi 6mila euro!

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios
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