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Che fine hanno fatto i taxi a Roma e Milano?

Tempo di lettura: 3 min.

No, non sei tu a essere sfortunato

Fino a poco tempo fa, uscendo dalla stazione Termini di Roma e facendo capolino sul grande e caotico parcheggio che è Piazza dei Cinquecento la prima cosa in cui ci si imbatteva era una lunga fila indiana di persone, per la maggior parte spazientite o troppo stanche per esserlo, in perenne attesa di prendere un taxi. 

Da ottobre questo non capita più, ma solamente perché la corsia dedicata alle auto bianche è stata spostata lontano dall’ingresso della stazione causa dei lavori di rifacimento della piazza in vista del Giubileo del 2025. L’annoso problema di trovare un taxi a Roma, come anche a Milano e in diverse altre città italiane, invece rimane. 

Ma quali sono i motivi?

Poche licenze, pochi taxi 

Acquistare la licenza per guidare un taxi è costoso – possono volerci diverse decine di migliaia di euro – e il loro numero è limitato da anni. Forse troppo. Per questo circolano pochi taxi rispetto alle reali esigenze.

A Roma, per esempio, secondo i dati 2022 sono poco più di 7800 le licenze attive quando la popolazione ufficiale è di 2,8 milioni di abitanti. Questo significa circa 2,8 licenze ogni 1000 residenti, senza contare le migliaia di pendolari e turisti che si riversano ogni giorno nella Città eterna. 

 
 
 
 
 
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A Milano va leggermente meglio: le 4853 licenze attive sono pari a 3,5 ogni 1000 residenti, mentre Napoli gode di 2364 licenze in uso: 2,6 ogni 1000 abitanti. Parigi, per fare un confronto, ne ha 10 ogni 1000 abitanti, Barcellona oltre 6.

La ripresa del turismo

A questa carenza si aggiunge la ripresa del turismo in Italia dopo due anni mezzo difficili a causa della pandemia Covid-19. Con i turisti che hanno ricominciato ad affollare le maggiori città italiane, soprattutto in estate, la situazione dei taxi si è fatta ancora più critica, tra code lunghissime, prenotazioni bloccate e disservizi. 

Non un grande spot per il nostro paese, in particolare in città dove la rete di trasporti pubblici non può dirsi efficiente.

Cosa fare

Per tentare di invertire la tendenza a novembre l’Antitrust ha auspicato lo sblocco di nuove licenze. È d’accordo il comune di Roma che vorrebbe assegnarne fino a 1000 quest’anno in vista del Giubileo. Costeranno 70 mila euro l’una, secondo le indiscrezioni giornalistiche, e il bando dovrebbe essere pubblicato in primavera. A queste se ne aggiungeranno altre 500 stagionali. I proventi della vendita, secondo la legge, andranno totalmente distribuiti tra i tassisti. Anche a Milano si pensa di fornire 450 licenze aggiuntive, mentre a Napoli l’amministrazione non ha intenzione di aumentare il numero.

 
 
 
 
 
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L’Antitrust ha chiesto inoltre la regolamentazione delle doppie guide: la possibilità per due tassisti di condividere la stessa vettura dividendosi le corse – una soluzione attualmente presente a Roma e a Milano, ma non a Napoli, e la cui adozione stenta a decollare – oltre alla diffusione del taxi sharing e una maggiore efficienza dei turni, in modo da garantire un’offerta adeguata e costante nelle città più grandi.

Interessi da difendere

Chi possiede una licenza di taxi non vede però di buon occhio l’aumento del loro numero a fronte di costi maggiori per il servizio e la concorrenza degli Ncc, i veicoli a noleggio con conducente, giudicata non adeguatamente regolamentata. 

Secondo i sindacati di categoria di Roma, però, non sarebbe lo scarso numero di taxi a rendere carente il servizio, ma il traffico capitolino che rende le corse più lunghe di quanto non dovrebbero. Che sia vero o meno, i più di 1000 cantieri aperti contemporaneamente in città in ottica 2025 non lasciano ben sperare; e intanto i tassisti della capitale sciopereranno il 23 gennaio, chiedendo tariffe più alte dopo nove anni.

Cittadini e turisti avvisati.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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