L’8 e 9 giugno si elegge il nuovo parlamento europeo. Perché è consigliabile andare alle urne piuttosto che tenere la testa sotto il cuscino
L’8 e 9 giugno si rinnova il parlamento europeo. Ci sono tanti buoni motivi per andare a votare. Cerchiamo di capire quali sono e perché è meglio sbattersi un tantino e recarsi alle urne piuttosto che tenere la testa sotto il cuscino. Prima di esaminarli, però, è utile tracciare un quadro della situazione.
Secondo le stime di Eurostat, nei 27 paesi dell’Unione saranno chiamati al voto 359 milioni di persone. Il paese con il maggior numero di elettori è la Germania (64,9 milioni). L’Italia (47 milioni) è al terzo posto dietro la Francia (49,7). I first time voters, i ragazzi che voteranno per la prima volta, saranno circa 20,9 milioni. Anche in questo segmento le posizioni sono invariate: la Germania detiene la leadership (5,1 milioni), seguita da Francia (4 milioni) e Italia (2,8 milioni). Il paese dove i ragazzi che votano per la prima volta avranno un peso maggiore sarà il Belgio (9,7 per cento), poi la Francia (8 per cento) e la Germania (7,9 per cento). In Italia l’incidenza sarà di circa il 6 per cento. Saranno eletti 720 nuovi parlamentari europei, di cui 76 italiani. I cittadini olandesi saranno i primi ad andare alle urne, giovedì 6 giugno, seguiti venerdì 7 da quelli irlandesi. In Italia le cabine elettorali resteranno aperte sabato 8 e domenica 9 giugno. Il sistema di voto è proporzionale, ovvero il numero di eletti per ciascun partito verrà definito in base ai voti ricevuti. In Italia la soglia di sbarramento per i partiti è fissata al 4 per cento. Si potranno esprimere tre preferenze di genere diverso, cosa che in altri paesi non è prevista.
Detto questo cerchiamo di capire quali sono i motivi per cui è giusto andare a votare. Proviamo a individuarne 4.
Il primo
Il primo è senz’altro quello di dare una risposta molto ferma e molto chiara ai venti di guerra che spirano sul continente. A prescindere dalle posizioni politiche sulle risposte da dare al conflitto in Ucraina e a quello mediorientale, un accesso massiccio alle urne darebbe un segnale di compattezza e di partecipazione che in questo momento all’Europa serve tantissimo. Anche in considerazione del fatto che la campagna di fake news che Mosca sta elaborando per favorire l’assenteismo e le forze anti sistema rischia di provocare profonde ferite nel tessuto democratico. Alle elezioni del 2019 il partito del non voto fu di gran lunga il vincitore, visto che l’affluenza superò di poco la metà degli aventi diritto attestandosi al 50,6 per cento.
Il secondo
Il secondo motivo per cui è meglio andare a votare è quello di incidere nella scelta di campo che segnerà profondamente l’evoluzione degli stati nei prossimi 5 anni e di conseguenza il futuro delle nuove generazioni: quella tra sovranismo e centralismo. Le forze politiche si dividono in due grandi aree. Da una parte i partiti che compongono l’attuale maggioranza di governo, in primo luogo Fratelli d’Italia e Lega – la posizione di Forza Italia diverge in modo sensibile su questo tema – i quali propongono un modello che rafforzi la sovranità nazionale, lasciando all’Europa un ruolo più defilato. Dall’altra i partiti di centrosinistra che, al contrario, sono favorevoli a cessioni di sovranità sempre maggiori verso le istituzioni continentali fino al punto di auspicare la trasformazione dell’Unione Europea negli Stati Uniti d’Europa.
Il terzo
Il terzo motivo riguarda le politiche da mettere sul tappeto per affrontare il cambiamento climatico. Anche in questo caso le posizioni tra le due macro aree sono opposte. Da una parte Pd, Cinquestelle e le altre forze del centrosinistra che propongono modelli d’intervento molto radicali per ridurre le emissioni di gas serra, dall’altra la costellazione delle forze di centrodestra che guardano con sospetto la svolta green e propongono politiche di trasformazione più blande in nome della sostenibilità economica.
Il quarto
Il quarto motivo, visto come si sta mettendo la campagna elettorale, è quello di fare il punto sullo stato di salute delle forze politiche in Italia. Non a caso tutti i leader dei principali partiti – a eccezione di Salvini che ha preferito affidarsi al controverso generale Vannacci – hanno deciso di scendere in campo per misurarsi. È chiaro che una forte affermazione del centrodestra rafforzerebbe il governo mettendo in chiaro quali sono i rapporti di forza all’interno della maggioranza. Ed è altrettanto chiaro che un risveglio in termini di consenso del centrosinistra otterrebbe l’effetto di mettere in discussione le politiche portate avanti dall’esecutivo e porre le basi per un cambio di rotta. I sondaggi al momento sembrano indicare una prevalenza delle forze di governo. Molto dipenderà da quello che decideranno i rappresentanti del primo partito: quello di chi preferisce tenere la testa sotto il cuscino.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios