Intervista a Cristiana Lauro, del “Sole 24Ore”
Estate andiamo è tempo di brindare…parafrasando il Vate, si va incontro alla stagione estiva con una pandemia, forse, alle spalle e una guerra in corso. Di buono c’è che il turismo si stà riprendendo quello che il covid gli aveva sottratto negli ultimi due anni, registrando presenze e prezzi da record. E’ l’inflazione bellezza!
Per ritrovare un minimo di buon umore, stimolare gli amorosi sensi e svelare le più nascoste virtù non ci resta che sorseggiare, soli ma preferibilmente in compagnia, un buon calice di vino.
Si potrebbe dire che le mode appartengono prevalentemente all’evoluzione del gusto e il mondo del vino non fa eccezione. Dai vini novelli alle bottiglie barricate, dall’esplosione dei bianchi fruttati alla consacrazione delle bollicine, a tavola o come aperitivo il vino segue cicli mondani, grazie a tecniche sempre più raffinate che permettono un’ottima qualità anche a prezzi più contenuti.
Acrimònia incontra Cristiana Lauro, brillante divulgatrice della migliore enologia e autrice del best seller “Il Metodo Easywine”, per chiederle consiglio su qualità e modalità corretta per una buona degustazione.
Cristiana secondo Lei, qual è la tipologia di vino che oggi fa tendenza?
Purtroppo i macerati, gli orange wine che di solito ricordano i vini che faceva mio nonno. Poi fa figo lo champagne di piccoli produttori perché quelli buoni costano troppo. Interessa anche il Pinot nero indipendentemente dal fatto che provenga da zone più o meno vocate. Paradossalmente potrei piantarlo anche nel balcone di casa mia in centro a Milano. Anche Chablis sta tirando parecchio. La parola Chablis piace al punto di attrarre anche i pisquani che prendono solide distanze dagli Chardonnay senza sapere che lo Chablis contiene il 100% di uve Chardonnay.
Qual è la differenza tra vino naturale e vino biologico, se c’è?
Il vino naturale non esiste, mentre biologico è una certificazione. La produzione di vino interrompe un processo naturale attraverso la mano dell’uomo, la tecnica e la tecnologia. Altrimenti l’uva diventerebbe aceto cattivo. Il termine naturale quindi è fuorviante per il consumatore. Tuttavia consiglio di cercare di bere vini senza aggiunta di prodotti chimici e di sintesi, quindi che siano più naturali possibile.
Viviamo in un periodo di crisi e siamo tutti alla ricerca di prodotti convenienti nel rapporto qualità/prezzo, quali consigli ci può dare?
Oggi più che mai cerco di bere vini italiani perché il patrimonio nostrano è il più inattaccabile sotto questo punto di vista. Il vino è il nostro petrolio, difendiamolo! Con un minimo di informazione c’è l’imbarazzo della scelta a casa nostra. Qui si può bere di qualità e a prezzi umani.
Grazie agli aperitivi, i giovani ritrovano quella socialità che con la pandemia avevano smarrito, di contro l’abuso di alcol è notevolmente aumentato tra le nuove generazioni; premesso che ognuno di noi è di diversa costituzione, c’è un modo corretto per gustare un calice di vino?
Il consumo di superalcolici, principalmente fra i giovani, sta aumentando in maniera preoccupante e questo non va bene. Chiaro segno che si cerca lo sballo, non di certo la piacevolezza di un buon calice di vino. D’altra parte la maggioranza dei comunicatori parla da anni senza farsi capire, rendendo respingente e noioso il racconto del vino. I più fanno descrizioni assurde con termini volutamente incomprensibili, come se il vino fosse un argomento di nicchia, una faccenda intellettuale solo per pochi. Si tratta semplicemente di un alimento che dovremmo conoscere e amare per la sua storia, per il racconto della tradizione che lo accompagna. Non esistono i vini da meditazione. Al contrario, se mi succede di pensare e lo faccio con due dita di vino nel bicchiere la cosa mi riesce meglio. Talvolta mi sento addirittura intelligente ed è tutto merito del vino!
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Quanto influisce il cambiamento climatico nella produzione e nella qualità delle uve?
Moltissimo, sta diventando un problema serio. Si sposteranno le zone di produzione. Pazienza, coltiveremo piantagioni di ananas e di banane.
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Ci regala una previsione per l’annata 2022?
Se va avanti così prevedo le migliori marmellate della storia. Peccato che non mi piaccia la marmellata. A parte la leggerezza è ancora presto per dirlo ma la siccità – facente seguito a un inverno mite che non ha garantito riserve idriche nei terreni – sta stressando le piante che avrebbero bisogno di maggiori escursioni termiche delle temperature fra il giorno e la notte. Agosto e metà settembre saranno i momenti più cruciali per definire l’andamento vendemmiale.
Grazie Cristiana e naturalmente…Cin Cin!
Grazie a voi per avermi seguita.