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BEST OF 2021: Moana, quando l’intelligenza si fa talento

Tempo di lettura: 3 min.

Una Dea è per sempre!

Succede a tutti i “grandi” dello spettacolo scivolare in qualche infortunio: è successo a Crozza, in quel di San Remo, al Festival di Fazio, sbagliare clamorosamente scaletta che come prima uscita, di una galleria di imitazioni, si presentò nei panni di Berlusconi; il pubblico interpretò quell’imitazione come un attacco politico al Cavaliere e l’attore venne sonoramente fischiato.

Avesse messo Berlusconi nel mezzo della scaletta, come seconda o terza uscita, Crozza avrebbe conquistato tutto il pubblico in sala; da quello shock ci mise quasi un anno per riprendersi.

Chi invece non si è neppure accorta del suo personale scivolone artistico è Sabina Guzzanti, d’altronde non nuova in fatto di gaffe; la sua imitazione di Moana Pozzi, osannata dalla critica amica, era completamente fuori bersaglio, una parodia declinata nettamente nel grottesco. Ne ha fatto una bambolona vamp, in stile Jessica Rabbit, irascibile alle critiche e strafottente alle lusinghe; nulla di più lontano da come era Moana, piena di spirito e di ironia.

Bella lo era, così come sensuale e desiderabile, ma ciò che la rendeva una spanna sopra a tutti era la sua intelligenza, mai ostentata ma che si percepiva appena la si stava ad ascoltare. Forse il problema della Guzzanti, comune a molti è proprio che non sa ascoltare, magari perché, da buona romana, pensa di “essere nata imparata”.

 
 
 
 
 
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Del perché Moana si sia votata alla causa dell’Hardcore, quando con le sue doti avrebbe potuto prendersi Hollywood e rivoltarla come un calzino è cosa che non ci riguarda, di certo non l’ha fatto per business al contrario del suo mentore, nel settore, Riccardo Schicchi e della sua sodale Ilona Staller.

Col senno del poi è lecito pensare che la sua sia stata una scelta culturale per ribadire la libertà di costume e di pensiero, chissà!

Nata nell’agiatezza di una famiglia borghese, dotata di buona cultura, lasciò Genova a soli diciotto anni per avventurarsi a Roma e provvedere da sola a se stessa; dopo il suo esordio in un cortometraggio, accanto a Renzo Arbore, ebbe fin da subito dei contratti televisivi, in Rai, per un programma per bambini, fino a quando non fu allontanata per la scoperta (chissà come) di alcuni dirigenti della sua presenza in pellicole erotiche, sebbene sotto pseudonimo. Vizi privati e pubbliche virtù?!

Nei primi Talk Show di allora, fra tutti il “Maurizio Costanzo Show”, era ospite ambita perché con la sua avvenenza sapeva declinare tematiche forti come la lotta alla corruzione, i diritti civili e libertà di espressione; in quanto al sesso si limitava a dire: “Il mio è un erotismo consapevole. Faccio all’amore e mi diverto. Ho fatto quello che volevo”.

 
 
 
 
 
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Ha inteso il Porno come un impegno sociale, tanto che nel 92 e 93 si presentò, a Roma, alle elezioni politiche e comunali poi, con il “Partito dell’Amore”; non ebbe molta fortuna, anche perché iniziò a star male e da lì a poco,1994, se ne sarebbe andata, a soli 33 anni. Età epica per molti “grandi” dello spettacolo.

Sulla sua morte, in ventisette anni, si sono fatte le più spregevoli mistificazioni tanto da indurre, nel 2004, la Procura della Repubblica di Roma ad aprire un’indagine per stabilire se Moana fosse ancora in vita. Negli anni si sono occupati di queste presunte voci, programmi come “Chi l’ha visto”, “Enigma” e inchieste del quotidiano “Il Messaggero”.

Lo sciacallaggio mediatico è cosa ben diversa dal sogno popolare che: “Una Dea è per sempre”! 

 

 

 

150 150 Fabiola Graziosi
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