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Barbero verso la pensione: il magister che ha reso pop il Medioevo

Tempo di lettura: 3 min.

Il professore universitario lascia l’insegnamento ma non la divulgazione. Meme, podcast e fanpage: Barbero è un fenomeno social a tutti gli effetti

Parecchie le voci di corridoio a palazzo Tartara, sede dell’università del Piemonte Orientale a Vercelli: “sono le ultime lezioni del Professore”. Gli aspiranti storici hanno cercato una smentita, una prova schiacciante che confermasse la bufala. Per una volta invece, i social hanno detto la verità: a 64 anni, Alessandro Barbero va in pensione. A confermarlo, una story di Primo Vassallo, fanpage Instagram del Dominus Barbero: un lungo applauso l’ha accompagnato al termine della sua lezione; Another Love di Tom Odell come colonna sonora. Anche il più truce longobardo non ha trattenuto una lacrima.

 
 
 
 
 
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Laurea in Lettere a Torino, dottorato di ricerca alla Normale di Pisa, prima associato e poi ordinario di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale. Nel mentre, un premio Strega (nel 1996, con Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo), un numero imprecisato di pubblicazioni scientifiche, saggi e romanzi. Una carriera accademica di tutto rispetto, che poteva rimanere sconosciuta e chiusa nei palazzi degli atenei italiani, come quella di tanti altri docenti universitari. L’ambiente accademico è spesso arroccato su sé stesso, elitario, accessibile ai soli addetti ai lavori: prima si lamentano dello scarso interesse generale per le loro ricerche, poi fanno di tutto per non renderle “popolari”.

 
 
 
 
 
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Il merito inconscio di Barbero sta proprio in questo: aver sdoganato lo snobismo universitario, senza perdere di credibilità e autorevolezza. Ha reso umano lo stereotipo del barone d’ateneo: mimica facciale da cui esonda la passione per la Storia, pugno chiuso che cala dall’alto a sottolineare i passaggi salienti della lectio, alternanza di battute taglienti e modi cortesi, come solo un sabaudo DOC sa fare.

Questi gli ingredienti del successo comunicativo del magister: in tv ai tempi di Superquark e di Passato e presente, ai festival in giro per l’Italia, nei podcast e sui social oggi.

 
 
 
 
 
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Social e podcast che hanno dato una notevole spinta per la conquista del titolo di icona pop. Ogni anno sul podio dei più ascoltati, Il podcast di Alessandro Barbero raccoglie le conferenze del professore: ideata da un suo fan, senza scopo di lucro, è diventato il canale di riferimento della community barberiana sul quale ascoltare le sue lezioni. Da maggio dell’anno scorso invece, Chiedilo a Barbero (prodotto da Intesa Sanpaolo e Chora Media) è l’appuntamento settimanale in cui lo storico risponde alle curiosità degli ascoltatori. E poi Youtube, vera e propria miniera di conferenze. Una personalissima top tre imperdibile racchiude:

    • La sfida di Fenestrelle: Barbero vs Neoborbonici: perfetto per gli amanti del dissing storico sulla questione unitaria.

 

  • Basement Café 4: intervista a Alessandro Barbero e Levante: adatto ai romantici, un commosso professore parla de Il maestro e Margherita, “la più grande storia d’amore di tutti i tempi”.

 

  • Barbero racconta i protagonisti dell’Unità d’Italia: un insolito bioracconto di Cavour, Vittorio Emanuele II e Garibaldi.
 
 
 
 
 
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Fanpage e meme intasano i social; tra queste Primo Vassallo è senza dubbio la più grande e importante pagina dedicata a Barbero. Indimenticabili il remix techno sulle parole di origine longobarda (tregua, trappola, spranga…), i meme a sfondo politico di stampo comunista-rivoluzionario, le reazioni del Professore agli omaggi dei fan più eccentrici durante i firmacopie dei suoi libri. Tra queste il tributo dei Bardomagno, progetto musicale della pagina satirica-medievale Feudalesimo e Libertà, che ha cantato per lui la hit Magister Barbero.

 
 
 
 
 
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Nessuno potrà più seguire i suoi corsi e laurearsi con lui, ma il professor Barbero difficilmente smetterà l’attività di divulgatore: se si vuole guardare il bicchiere mezzo pieno, ora avrà più tempo da dedicare a conferenze e festival. Appeso il registro dei voti al chiodo, chissà che non sia la volta buona per lo sbarco social con un suo account. Quello che invece resterà immutato è l’affetto della community; la sua speranza è racchiusa nel ritornello della canzone dedicata al magister: “Illuminaci il sentiero/ In questo mondo di gaglioffi e peracottari”.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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