L’installazione dell’artista francese vuole riaprire un varco di riflessione sull’importanza degli spazi museali, chiusi a intermittenza da oltre un anno
Dal 19 marzo scorso si è aperto uno squarcio sulla facciata di Palazzo Strozzi a Firenze. Un’imponente installazione ad opera dell’artista francese JR – La Ferita – che negli ultimi giorni ha destato curiosità, clamore e applausi a scena (all’)aperto da diverse parti: onnipresente su ogni mezzo di informazione e comunicazione (social soprattutto), la quantità di fotografie dell’ultima fatica di JR ci fa quasi pensare di averla vista dal vivo, nonostante l’ennesimo confinamento nelle nostre case.
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28 metri per 33, l’artista ha adoperato una tecnica di produzione e rappresentazione ormai collaudata nel suo lavoro, il collage fotografico in bianco e nero, questa volta stampato su pannelli di alluminio, che ci permette, se posti in un certo punto della piazza, di apprezzare una radiografia prospettica e immaginaria di tre ambienti interni dell’edificio.
Un cortile colonnato, una sala espositiva, una biblioteca stracolma di volumi: JR mette in connessione alcuni luoghi iconici della cultura fiorentina, – la biblioteca dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, le opere del Botticelli e del Giambologna agli Uffizi, il cortile del museo stesso – per sottoporre ai passanti, ai curiosi, alla comunità, una riflessione olistica sull’inaccessibilità odierna dei luoghi di arte e cultura, chiusi a intermittenza da oltre un anno a causa delle norme di contenimento del Covid-19.
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Il loro essere impraticabili nella visita e nella fruizione provoca dolore e soprattutto, lascia una ferita dentro le nostre abitudini e le nostre coscienze, anestetizzando il nostro pensiero critico, la nostra capacità di mettere in connessione, di porre le cose in prospettiva.
Ed è significativo che l’artista scelga di riporre la riflessione in prospettiva proprio a Firenze, la città che, grazie al Brunelleschi, alla prospettiva ha dato i natali. La rappresentazione rinascimentale si evolve nell’installazione artistica, creando un trompe l’oeil contemporaneo, che mischia e sovrappone diversi dispositivi culturali: fotografia, arte pubblica, scultura.
La Ferita si palesa ai nostri occhi in modo naturale e straniante, apre lo sguardo su uno scenario doloroso, quello delle chiusure, e che fa ancora più male se contestualizzato in una città come Firenze, che ha puntato tutto – a ragion veduta, sia chiaro – sul suo patrimonio artistico come fulcro di attrattività di flussi turistici nazionali e internazionali.
Lo squarcio riflette la drammaticità del momento storico che stiamo vivendo, ma ci pone davanti all’eventualità positiva di reazione alla situazione attuale. L’arte può curare, può ricolmare lo strappo sociale, può raggiungere le menti e i corpi nonostante la distanza fisica. E anzi, attraverso lo squarcio, può allargare lo sguardo, anche a quelle persone che di norma ne rimarrebbero offuscate, non incluse, non partecipanti alla sua fruizione e creazione.
Questo stesso sottotesto non è nuovo alla poetica di JR, che ha fatto della partecipazione collettiva all’elaborazione artistica e alla messa in atto di pratiche di coinvolgimento di pubblici distanti dal mondo dell’arte uno dei cardini del suo agire artistico. L’artista è infatti conosciuto e apprezzato proprio per la sua capacità di creare immaginari “altri”: di volta in volta fa scomparire e crea voragini, apre scenari e palcoscenici immaginifici in luoghi dalla altissima componente simbolica.
Prendiamo ad esempio i due interventi ospitati nella piazza del Louvre di Parigi: se nel 2016 l’artista è chiamato a far svanire l’iconica piramide di vetro, sempre attraverso la tecnica dell’anamorfosi, nel 2019 vi apre un varco multidimensionale intorno. Lo fa, quest’ultimo, in modo effimero, utilizzando come materiale la carta da affissioni disposta su tutta la piazza, e ingaggia la collettività nel gioco dell’illusione scenica della voragine, suscitando stupore, divertimento e senso di appartenenza.
Arte a forte impatto social ma anche sociale, JR interviene dove sente che la collettività ha bisogno di ritrovare i filamenti del vivere comune. Attraverso il dispositivo artistico, culturale ed educativo, si può portare consapevolezza sociale, interrogarsi sulle prospettive di cambiamento a partire dalla comunità di riferimento.
E’ questo lo spirito con cui l’artista tra le tante iniziative ha creato l’associazione non-profit Can art change the world? e con cui porta avanti progetti in luoghi complessi, dove la conflittualità è invitata a risolversi attraverso un riposizionamento dello sguardo, una riflessione sui temi sociali, sul piano relazionale e umano, ancor prima che estetico: si veda a questo proposito anche l’Inside Out Project, una piattaforma partecipativa e globale attraverso la quale JR chiama chiunque voglia a rappresentarsi e portare avanti il proprio messaggio, andando poi a esporlo nelle facciate dei palazzi e all’interno degli edifici di tutto il mondo.
Riflettere sull’attualità, connettere pensieri e persone, includere nella discussione e nella creazione: curare, col tempo, la ferita.
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JR – La Ferita
Palazzo Strozzi
Piazza Strozzi – Firenze
Dal 19 marzo al 22 agosto 2021