L’azienda inglese ha chiuso nel 2022, ma le ferite nel cuore dei millennial non si sono ancora rimarginate
2005, Glastonbury Festival, Inghilterra. Kate Moss e Pete Doherty sono ancora insieme. L’estetica heroin chic è nel suo massimo picco e il fango sugli stivali da pioggia è una debita aggiunta di stile.
2015, Choachella, California. Alexa Chung passeggia per il festival musicale con in una mano una sigaretta e nell’altra un cocktail in tazza. La moda comincia ad essere meno minimale e agli stivali da pioggia pieni di fango si abbinano mini abiti in paillettes o coloratissimi capi.
Sono passati diversi anni da quando gli Hunter Boots erano fidi compagni degli esponenti della monarchia inglese. Da Lady Diana, passando per la regina Elisabetta, re Carlo e Kate Middleton nessuno ha mai rinunciato a questa calzatura. Certo, loro li utilizzano per andare a caccia e le fashion icon per i festival musicali. Ma poco cambia.
Gli Hunter Boots nascono nel 1856 ad Edimburgo e sono parte importante della storia dello stile inglese. L’heritage in questo caso non è stato abbastanza per evitare il fallimento di una storica azienda, tanto apprezzata che lo scorso 2022 ha purtroppo chiuso i battenti.
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Ci hanno riprovato tanti nel corso degli anni a far diventare virali degli stivali da pioggia, primo tra tutti Bottega Veneta con i Puddle Boots. Ma diciamolo, il target colpito è senza’altro vasto ma meno elegante ed iconico.
Insomma, gli stivaletti chuncky di Bottega non sono riusciti a sostituire nell’immaginario dei millennial gli Hunter Boots. Pinterest ne è la prova, basta digitare Kate Moss Hunter Boots, per esempio, per tornare ai bei tempi in cui da una cameretta si poteva sognare, ricreare i look delle star e caricare le proprie foto su Netlog, magari.
Aprile e Maggio sono i mesi dei festival musicali per eccellenza e i tour dei concerti ricominciano. Proprio per questo, chiediamo a gran voce che il trend del mese possano essere proprio gli Hunter Boots. In onore dei vecchi tempi.
Non è più possibile acquistare gli stivali dall’azienda, ma ci sono diversi rivenditori, cercando sul web, che hanno ancora diversi modelli in stock. Il sogno, non è quindi inesaudibile. Almeno questo.
Illustrazione e collage di Gloria Dozio – Acrimònia Studios