Pub e ristoranti pieni fino a Maggio, palestre aperte e stop sui luoghi d’intrattenimento per lutto nazionale
Grazia è siciliana, vive in Inghilterra da due anni e di lavoro fa la social media manager. Quando parla di Londra, la sua Londra, le brillano gli occhi. Stamattina le abbiamo fatto qualche domanda per capire cosa si prova a vedere la propria città adottiva rinascere dopo 4 mesi di chiusura forzata.
Ciao Grazia, ieri a Londra ha riaperto tutto, nessun nuovo lockdown all’orizzonte. Qual è la prima sensazione che hai provato?
Ciao! In effetti, la prima sensazione provata è stata di parvente normalità. Qui le persone non hanno l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi aperti e vedere bocche, nasi e denti è stato come un ritorno al passato.
Simbolo del reopening sono i pub e i ristoranti pieni fino a Maggio. Hai prenotato il posto per una birra con i tuoi amici?
Ahimè, non ho ancora prenotato. Sto provando, ma è veramente difficile, i posti sono ridotti perché solo i pub outdoor hanno il diritto di essere aperti. Ma ho un piano: piazzarmi davanti ad un posto che non accetti prenotazioni e aspettare il mio turno. Ti fanno stare solo un’ora, al massimo un’ora e mezzo per permettere a tutti di sedersi.
Il tuo entusiasmo si è appiattito dopo 4 mesi di lockdown ininterrotto o la riapertura ti ha portato un’irrefrenabile voglia di uscire?
Ad aver appiattito il mio stato d’animo è stato vedere una città come Londra spenta, deserta, inattiva. Se perde la vitalità, porta anche te a fare lo stesso. Ieri, ritrovare tutti con in mano birre, seduti all’aperto, usciti dai parrucchieri, freschi di manicure è stato bellissimo.
È più la voglia di goderti la tua città ora che è aperta o di fare un viaggio all’estero?
In realtà il vero grande desiderio è di girare qui a Londra, mi è mancato viverla. Poi tutti i controlli a cui ti sottopongono per rientrare, la quarantena obbligatoria, il doppio tampone che devi imparare a farti da sola mi fanno passare la voglia di andarmene…
Qual è stata la differenza più importante tra Regno Unito e Italia nella gestione della pandemia?
La narrazione della storia è totalmente diversa. In Italia c’è allarmismo continuo, qui sono consapevoli della gravità della situazione ma non drammatici. Ti insegnano come comportarti e a farlo nel migliore dei modi. Anche la gestione dei vaccini è stata completamente diversa: non si è mai cercato un capro espiatorio, si è reagito.
Cosa ti è mancato di più durante il lockdown?
Vedere i miei amici, scambiare quattro chiacchiere con loro, fare una cena insieme: la vita sociale.
Cosa ti rimarrà della chiusura forzata?
Dell’ultimo lockdown, niente di positivo. Solo sfinimento.
Cosa farai domani?
Vado in palestra a rinnovare la mia iscrizione, sarà veramente strano, un sogno. Ah e ultimo ma assolutamente non per importanza, da Agosto ricominciano i festival nei parchi: oggi compro i biglietti!
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