La fine del Pianeta, per le cause più diverse, è stata ipotizzata e annunciata molte volte anche in epoca moderna. Al momento le previsioni non si sono rivelate molto accurate, però, venerdì 13 novembre potrebbe succedere qualcosa.
Il rocker emiliano Luciano Ligabue ha mutuato e rilanciato la domanda dei REM: “A che ora è la fine del mondo?”. Una curiosità legittima per poter aggiornare di conseguenza il calendario su Google ed anticipare, eventualmente, gli impegni originariamente fissati per i giorni successivi alla catastrofe. In un passato neanche lontano ci si è chiesto molte volte quando questa Terra avrebbe smesso di ruotare sul suo asse e di garantire la vita sulla sua superficie, spesso facendo riferimento a teorie catastrofiste e previsioni nefaste rilanciate più o meno ad arte da sette e santoni in cerca di allocchi.
Michel de Nostredame, Nostradamus per gli amici, fu tra i più fortunati e celebri predittori di sventure e le sue novelle, cinquine o quello che erano vengono citate spesso per aggiornare il calendario e calcolare la data dell’Armageddon. Dallo studio accurato e probabilmente un po’ eccentrico delle sue centurie sarebbe emerso il 1999 come l’anno di una immane catastrofe, forse quella definitiva. Magari per questo motivo la serie tv inglese Spazio 1999 scelse quel riferimento temporale. Ma l’abbinamento tecnologia-fine del mondo riguarda anche un evento poco successivo come il Millenium bug, problema informatico legato al cambio di data tra il 31 dicembre 1999 e l’1 gennaio 2000 che avrebbe dovuto provocare sfracelli e guasti a strutture letali come basi militari e centrali nucleari tali da annientare il genere umano. Probabile che quelle previsioni furono smentite dai fatti.
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Neanche la ben più plausibile idea di un’epidemia di buchi neri che, aprendosi a macchia di leopardo, avrebbero risucchiato tutto e tutti, si è alla fine rivelata esatta: il 10 settembre 2008 al CERN di Ginevra partì quello che venne considerato il più grande esperimento di fisica di tutti i tempi, l’accensione del gigantesco acceleratore di particelle chiamato Large Hadron Collider. Trattandosi di un macchinario molto complesso, in cui si sarebbero scontrati fasci di protoni allo scopo di riprodurre lo stato del cosmo subito dopo il Big Bang, alcuni sostennero che la sua accensione avrebbe attivato un’autentica fabbrica di buchi neri, in grado di inghiottire ogni cosa. Ma la Svizzera è ancora lì, con i suoi esosi autogrill, a separare la Lombardia dalla Germania.
In tempi più remoti, i Maya si sarebbero premurati di avvisare che il mondo sarebbe terminato il 21 dicembre 2012. La simpatica e amichevole popolazione precolombiana, molto avanzata in alcuni settori quanto crudele in altri, avrebbe ritenuto di stabile per il 21/12/12 il giorno ultimo del Pianeta, in base ad osservazioni e calcoli astronomici riconducibili all’allineamento del Sole con il piano equatoriale della Via Lattea e forse alla presenza di un misterioso pianeta che avrebbe dovuto impattare con il nostro, cancellando ovviamente ogni forma di vita. Ma anche i Maya, a quanto pare, avevano sbagliato i calcoli.
@fabiosemeraro Raga io non ci posso credere
Ben più concreto, seppure a suo modo metaforico, è l’Orologio dell’Apocalisse, che cambia l’orario in base all’avvicinarsi alla potenziale fine del mondo. In questo caso l’avvicinamento all’ora zero non è legato ad astruse teorie ricavate da vecchie pietre rinvenute nella foresta o ai testi di qualche alchimista confuso. La stima sulla fine del globo riguarda tutto quello che l’uomo fa o cerca di fare per arrivare a quell’ambizioso traguardo: disastri climatici, conflitti, sfruttamento forsennato delle risorse.
Guardando al futuro, con speranza, si può ricordare che il fisico austro-americano Heinz von Foerster, professore all’Università dell’Illinois, nel 1960 ha previsto il termine del mondo per il 13 novembre 2026, data non troppo distante in effetti. Le sue previsioni, un poco splatter ma molto adatte ad ispirare un catastrofico film hollywoodiano, vedevano lo schiacciamento fisico delle popolazioni presenti sulla terra a causa della eccessiva crescita demografica. Segnatelo sul calendario e ricordatevi: sarà un venerdì, 13.
Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios