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venerdì, 04 Ottobre 2024

5 uscite da non perdere alla Festa del Cinema di Roma 2023

Tempo di lettura: 3 min.

Uno degli eventi della capitale più attesi dell’anno è in arrivo

La XVIII Edizione della Festa del Cinema di Roma si terrà dal 18 al 29 ottobre nella consueta cornice dell’Auditorium Parco della Musica a Roma.

L’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, struttura progettata da Renzo Piano, sarà come al solito il fulcro della manifestazione e ospiterà proiezioni, incontri, eventi e convegni.

I 1300 m2 del viale principale saranno trasformati in uno dei più grandi red carpet al mondo, animato ogni giorno da un DJ set con musiche tratte dai film più famosi del passato.

Gian Luca Farinelli, presidente della Fondazione Cinema per Roma, durante la conferenza stampa di presentazione del festival ha annunciato che l’edizione di quest’anno sarà dedicata a Giuliano Montaldo: “per tutto quello che è stato: grande cineasta, grande artista, grande uomo delle istituzioni, grande uomo del cinema italiano nel mondo, grande essere umano”.

 
 
 
 
 
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La Direttrice Artistica della Festa del Cinema di Roma, Paola Malanga, sarà affiancata da un comitato di esperti composto da: Giovanna Fulvi, esperta di cinema asiatico, i critici cinematografici Enrico Magrelli ed Emanuela Martini, Nico Marzano, responsabile della sezione cinema dell’ICA (Institute of Contemporary Art di Londra) e Alberto Pezzotta, critico e storico del cinema.

Al concorso parteciperanno 18 film di cui 3 italiani che non sono pochi ma aggiunge Farinellisono (comunque N.d.A.) meno dei francesi che sono stati presentati a Cannes 2023” ed ovviamente ci saranno spunti di riflessione sulla città di Roma come il documentario di Roberto D’Agostino, Daniele Ciprì e Marco Giusti dal titolo “Roma, nuda e santa”, un viaggio nelle notti romane fra santità e perdizione.

A parte le nuove pellicole saranno presentati dei restauri nel corso della Festa tra cui “Ciao nì!”, un film del 1979 con Renato Zero.

I premi alla carriera quest’anno saranno assegnati ad Isabella Rossellini, con una retrospettiva sulle sue opere che l’hanno vista protagonista come sceneggiatrice e attrice di fama internazionale, e al compositore giapponese Shigeru Umebayashi, autore di alcune fra le più iconiche colonne sonore della storia del cinema degli ultimi anni con il suo stile che si situa al confine e mescola musica orientale e occidentale.

 
 
 
 
 
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Fra le 5 proposte della Festa del Cinema di Roma che ci sentiamo di consigliarvi elenchiamo:

  • Ovviamente i 3 film italiani in concorso: “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, “Holiday” di Edoardo Gabbriellini e “Mi fanno male i capelli” di Roberta Torre.
  • Il terzo film della saga di fumetti italiana più conosciuta al mondo: “Diabolik chi sei?” dei Manetti Bros con Miriam Leone e Valerio Mastandrea.
  • Il documentario “Mur” (muro in polacco) diretto da Kasia Smutniak. Il film, centrato sull’attualità, è una sorta di diario di viaggio che attraversa vari muri (fisici e mentali), da quello del ghetto ebraico, di fronte al quale la Smutniak è cresciuta da bambina, a quello costruito dal governo polacco al confine con la Bielorussia per non permettere ai migranti provenienti dalla Siria di superare il confine ed oggi rafforzato per il pericolo di guerra incombente con la Russia.
  • Una cospicua presenza di registe donne italiane tra cui le già citate Cortellesi e Torre ma anche Emma Dante con “Misericordia” e la nuova versione seriale de “La storia” di Elsa Morante diretta da Francesca Archibugi con Jasmine Trinca ed Elio Germano. Per la prima volta in un festival cinematografico in Italia la presenza femminile tra gli autori è riconosciuta e preponderante.
  • L’ultimo capolavoro di animazione “Made in Japan” dello Studio Ghibli con “Il ragazzo e l’airone” del maestro (“sensei” per gli appassionati di anime e manga) Hayao Miyazaki. L’Italia si riconferma uno dei paesi occidentali che riconosce più dignità e spessore ad un genere spesso ritenuto di secondaria importanza nei festival come il lungometraggio animato.

 

 

Illustrazione di Gloria Dozio – Acrimònia Studios

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