Dai gioielli alle tute monocolore
Ottobre è ufficialmente capo d’autunno ma anche un ritorno alle sacrosante routine e per queste ultime intendo proprio passare serate a scandagliare l’internet in cerca dei pezzi più caldi (dai prezzi più bassi) per affrontare l’inverno. Questa rubrica la conoscete già e non voglio certo deludervi.
Per cui via ai 5 brand eco-sostenibili di Ottobre:
Proem Parades
Basato in Copenaghen da due giovanissime ragazze nel 2019, Proem Parades impersona il perfetto stile scandi che già da tempo delizia i nostri occhi. Brand d’abbigliamento di cui – personalmentevorrei tutto, nella fattispecie il maglione Uma Sweater è già nel carrello. Il sito è semplice e, accanto allo shop, c’è la sezione ‘planet’ in cui spiegano nel dettaglio l’iter del prodotto, ça va sans dire, sostenibile. Per le più curiose: le due designers rispondo a un Q&A molto inspirational che se siete nel dubbioso limbo dell’acquisto questa è la mazzata finale per il vostro conto corrente.
FENTY SKIN
Lo so, su questi schermi è già – OVVIAMENTE – passata la bomba di notizia del lancio di FENTY SKIN, la linea skincare del beauty brand fondato da Rihanna. Riri non ha certo bisogno di elogi e riconoscimenti in quanto a inclusività e body positivity è l’assoluta regina (sono al terzo rewatch del fentyXsavage show) MA sapevate che la nuova linea, che consta di soli 3 pezzi multiuso, ha ingredienti puliti, packaging ridotto all’osso con utilizzo di materiali riciclati e adatti al refill del prodotto? Sono a un passo dal tatuarmi le quattro ‘r’, le quattro colonne portanti nella mia vita: reduce reuse recycle RIHANNA. Un plauso scomposto e indocile alla nostra Robyn, che mi imbambola pure guardandola lavarsi la faccia.
Isa Boulder
Di recente ho scoperto l’esistenza di Isa Boulder, womanswear brand sexy, iper femminile, dal sapore retrò. Subito si percepisce la forte identità che il marchio attribuisce alla sua donna tipo, consapevolmente fiera di sé e portatrice del ‘don’t give a shit’ come motto della vita. Isa Boulder produce eticamente da artigiani locali a Bali, dove il team creativo ha sede, utilizzando le tecniche di tintura antiche tramandate di generazione in generazione. Sul loro profilo Ig è possibile sbirciare la preview della nuova collezione di maglieria non ancora disponibile online, e definirla cool è decisamente un eufemismo.
Gabrielle Valenti
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L’alta gioielleria per definizione non può essere sostenibile. L’oro, per poter essere estratto, necessita di sostanze chimiche tossiche dannose per l’intero ecosistema. Ecco perché Gabrielle Valenti, newyorkese, predilige l’oro riciclato, fondendolo e incastonando pietre preziose. Mai sottovalutare questi piccoli brand indipendenti come questo, che propone creazioni originali e mai seriali, addosso avrete un unicum di specie e non l’ennesima copia del brand rinomato. Gabrielle crea e vende a NY in piccoli negozi di nicchia dove uno scrunchie sfiora i 60$, e questo, care mie, promette benissimo.
Colorful Standard
La pace dei sensi che provo scrollando il sito di Colorful Standard secondo solo al momento in cui accetto il voto di un esame dal 27 in su. Marchio portoghese, biologico e coloratissimo che produce esclusivamente tute basic. Il sito è precisamente organizzato in categorie per colore/composizione/articolo e riflette il minimal dei tagli dei pezzi stessi: no fronzoli, no logo, no accessori, no pizzi, niente dettagli che nel negozio di provincia (precisamente dove vivo) ti spacciano per la moda del momento. Sostenibilità e produzione etica vengono ampiamente descritti e se non volete piangere non aprite la sezione ‘Charity’ o le rapide chiuse nell’iride le vedrete scendereEeE (semi cit.).